martedì 14 dicembre 2010

Adorazione Pagana

...in vista del Santo Natale, l'antica festa pagana del Sol Invictus...

Autore: Félicien Rops

martedì 30 novembre 2010

La profezia di un capo pellerossa




La profezia di un pellerossa


Lettera del capo indiano Seattle al presidente Usa Franklin Pierce.

Nel 1854 il "Grande Bianco" di Washington (il presidente degli Stati Uniti) si offri' di acquistare una parte del territorio indiano e promise di istituirvi una "riserva" per il popolo indiano. Ecco la risposta del "capo Seattle", considerata ancora oggi la piu' bella, la piu' profonda dichiarazione mai fatta sull'ambiente.

(Profezia di un pellerossa CAPO SEALTH dei SEATTLE):
"Quando ci avete incontrato la prima volta ci avete detto che dovevamo pregare il vostro Dio. Noi non riuscivamo a comprendere la vostra richiesta. Il vostro Dio non potrà mai essere il nostro. Vi è troppa differenza tra noi. Noi uccidiamo gli animali che ci servono e li mangiamo tutti. Voi uccidete senza motivo e abbandonate i corpi degli animali che avete abbattuto. Voi tagliate intere foreste e noi usiamo solo i rami caduti e gli alberi morti e abbiamo rispetto per ogni ago di pino. Voi spaccate le pietre, forate le montagne e non riuscite ad ascoltare lo spirito della terra che vi dice: “Non fatelo. Non fatemi male”. Noi sentiamo lo spirito e il mistero della vita anche nelle ali delle libellule. Voi siete ciechi e sordi di fronte alle cose che esistono e quando vi rivolgete a Dio, chiedete ricchezza, denaro e potere. Noi chiediamo al Grande Spirito di mostrarci la bellezza, la stranezza e la bontà della terra verdeggiante, l' unica Madre, e di svelarci le cose nella loro essenza e perfezione, così come solo in un unico Essere, che resta Uno anche se è Molti. Voi dimenticate i vostri morti, li seppellite e non vi curate di conservare le loro tombe e non vi sentite legati alla terra che custodisce le ossa dei vostri padri. Per noi un uomo che dimentica queste cose è peggio di una belva inferocita. Per tutto questo voi riuscite a vendere la terra: mentre per noi la terra è come l' aria che si respira, è il corpo di nostra madre e non possiamo neppure concepire che essa possa essere venduta, divisa e recintata. Ora la mia gente è poca: noi sembriamo le foglie rimaste su un albero scosso dai venti invernali e non possiamo più difenderci. Ora voi ci assegnate una riserva in cui dobbiamo ritirarci. So bene che questa soluzione ci è imposta da una forza ineluttabile. Abbiamo cercato di sfuggirvi come la nebbia mattutina fugge, avanti alla luce del sole nascente... Ora siamo pochi e non ci importa di sapere dove trascorreremo il resto dei nostri giorni. Il nostro popolo era un tempo forte e potente e ora poco a poco muore. Le nostre notti si fanno sempre più lunghe, buie e solitarie. Ovunque tentiamo di rifugiarci siamo inseguiti dal vostro passo sterminatore e non ci resta che sopportare il destino come un animale ferito e braccato dal cacciatore che vuole finirlo. E tuttavia non mi lamento. Abbiamo per tanto tempo trascorso un' esistenza felice della quale siamo stati consapevoli e dalla quale abbiamo tratto gioia e ricchezza dell' animo. Ad una tribù segue un' altra e le nazioni seguono alle nazioni come una generazione succede ad un' altra. E' un continuo nascere e morire e lamentarsi non serve a nulla. Forse anche il giorno del vostro tramonto non è lontano, ma è comunque certo che verrà. Allora, forse, potremo anche essere fratelli. Ora è la vostra stagione tuttavia, e poiché ciò appare evidente, tagliate gli alberi, uccidete gli animali, domate i cavalli selvaggi, sterminate gli indiani. Io vedo bene, dai vostri occhi e dai vostri comportamenti, che la vostra città produce immondizie ed esse, un giorno, vi annegheranno. Ma intanto consentitemi di ribadire che la terra che ci ordinate di abbandonare è sacra alla mia gente. Ogni collina, monte, bosco, lago, fiume o valle o pianura sono pieni di eventi tristi e lieti e di ricordi. I fili d'erba, i piccoli gigli lungo i fiumi d'argento, le fragole che crescono ai margini dei prati coperti di rugiada, persino le pietre che giacciono sorde e immobili nella quiete fresca della notte e nel calore diurno, hanno bevuto la vita del mio popolo e gliel' hanno restituita. Anche la polvere è legata alle orme della nostra gente e i nostri piedi trovano in essa una familiarità che i vostri piedi non proveranno mai. Essa ha bevuto il sangue dei nostri padri, custodisce il sale delle loro lacrime, il grasso e la cenere dei fuochi da campo, il sudore del piacere e della paura. I nostri guerrieri scomparsi, le ragazze dal cuore gentile e dalle amabili forme, i bimbi che qui vissero e trovarono nutrimento, le nostre madri affettuose sono parte viva di questi luoghi ancora solitari che placano il cuore. Ed essi ritornano sempre come marce dello spirito quando la Luna Nuova, piccola canoa d'argento, naviga fra le stelle circondata da una nebbia di volpi argentate. Essi continuano la vita senza il peso del corpo perché gli impulsi di un popolo seguitano ad esistere anche dopo la morte dei singoli e si concentrano sulla sua terra e la colmano di vita umana. E così, anche quando l' ultimo indiano sarà morto e il ricordo della mia gente sarà diventato per i bianchi una leggenda, questa terra ospiterà ancora le forme invisibili dei nostri morti. I figli dei vostri figli si crederanno soli nei campi, nelle case, sulle vie delle vostre città o nel silenzio dei boschi senza sentieri. Ma anche quando, di notte, le strade e le piazze saranno silenziose e deserte, ovunque si aggireranno gli spiriti di coloro che un tempo popolarono ed amarono questo meraviglioso paese. (...) Voi non vi accorgete di tutto questo. Ma un giorno il nostro spirito riempirà di sé i vostri discendenti. Un giorno, ho detto , perché voi ora apparite incapaci di un sentimento che non sia l' odio: l' odio e la paura, che vi spingono ad azioni che non hanno per fine solo la distruzione degli altri, ma anche la vostra. L' odio e la paura, che vi impediscono di capire che la stirpe umana è come il sole e che i popoli ne sono i raggi e che quando un popolo muore il sole comincia a morire e la terra diventa più fredda. L' odio e la paura che non vi danno coscienza del fatto che le specie animali sono le radici che uniscono il cielo alla terra e che l’uomo non può recidere se non vuole morire. Noi speriamo che nel futuro lo spirito dell' uomo rosso, che con amore e venerazione rispetta tutto ciò che vive, si impossessi lentamente dei vostri figli e penetri lentamente in coloro che nulla sanno di lui. Cercate perciò di guardare alla nostra fine con rispetto e tolleranza. I nostri padri, noi stessi staremo sempre intorno a voi e attenderemo con pazienza fino a che non riusciamo a piantare nella vostra indole distruttiva un seme di amore per la vita. Se ciò accadrà, il vostro mondo sparirà e il nostro tornerà a vivere. Ma forse non riusciremo a far ciò. E allora, quando una ragnatela di fili che sussurrano avrà circondato l' azzurro del cielo, quando il rondone sarà scomparso e la vita sarà diventata sopravvivenza, quando i fiumi saranno morti con i laghi e le montagne, quando il vostro folle modo di vivere avrà sommerso la terra, UN GRANDE FUOCO SIMILE AD UN SOLE, che voi stessi avrete costruito nella vostra ansia di distruzione e di dominio, cadrà dal cielo e distruggerà ogni cosa, e la terra e gli uomini saranno pietra per sempre".

A quanto si dice risulterebbe che la bellissima lettera sopra riportata non è la lettera del capo indiano dei Seath (o Seattle) ma di uno sceneggiature americano.
Se anche fosse, ma a me risulta di no, la sostanza rimane valida e la bellezza e verità del testo non ne è certo inficiata





Da questo straordinario discorso i Soundgarden hanno ricavato il testo di una canzone:

How can you buy or sell the sky
or the warmth of the land
It's strange to us
We don't own the freshness
of the air
or the sparkle of the water
How can you buy them from us
The white man doesn't understand
our ways
He's a stranger who comes
in the night and takes
from the land just what he needs
The whites must treat the beasts
of his land, as his brothers
not his enemies
He leaves his father's grave
and bis birthright
His birthright is forgotten
The air is precious to the red man,
cause all things share the same breath
The white man won't notice
the air he breathes
Like man dying for many days
One thing we know that the white man will
We know oar god is the same god
You may think you wish to own him,
Own him as you wish to own our land
But be is the body of man
and the earth is precious to him
Continue to contaminate
your bed, and you will suffocate in your waste

— letter attributed to Chief Sealth, 1852



LINKS:
Capo Sealth, Il messaggio di un pellerossa
http://www.chiefseattle.com/history/chiefseattle/speech/speech.htm

sabato 10 luglio 2010

Fratelli






io e mia sorella daniela (inizio anni ottanta)

martedì 15 giugno 2010

martedì 1 giugno 2010

Daniela/Giugno

Giugno

E' il compleanno di Daniela


lunedì 31 maggio 2010

sabato 22 maggio 2010

Ripresa

oggi, giornata della biodiversità, c'è da stare allegri:
per esempio:
http://www.repubblica.it/ambiente/2010/05/22/news/allarme-fiumi-4254366/


il mio progetto: i) visto che ho iniziato a documentare il deturpamento del fiume reno;ii) visto che mi è stata rubata la fida reflex; ho pensato di sfruttare la videocamera di monica per cominciare una sorta di documentario che illustra le condizioni del fiume reno dalla sorgente al delta..
ma...
ma poi io oggi, anzi no, ieri l'altro, ho comprato...

comprare, possedere, sono le parole d'ordine: se non compri non esisti e non godi:
produci, consuma, crepa cantavano una volta...

e io:
ma:
oggi c'è la finale di champion

fuck you men!

martedì 11 maggio 2010

Stanchezza

idem

venerdì 16 aprile
mi alzo presto. sono a casa di monica: monica e i suoi genitori sono già partiti per la stazione ferroviaria: andranno a firenze.
ho passato una notte insonne, tormentata da nausea e mal di stomaco.
scendo in cortile con mille pacchi e pacchetti: lo zaino, la borsa solita più una sporta; entro in macchina; metto in moto: niente, nessun suono!
non so che fare ma devo ritornare a casa mia (se non altro per dormire, finalmente).
Prendo lo zaino in spalla, dentro ho messo anche la macchina fotografica, la fida Nikon D 60 e l'obiettivo extra, un tele 70-200: questa roba sta sopra, nello lo zaino strapieno.
vado a comprare il biglietto per l'autobus; poco dopo passa il 90 (credo); a paizza malphighi cambio, prendo il 13. sale con me un negro, un vu cumprà: vuole vendermi roba che non mi serve, come al solito non so dire di no,acquisto un pacchetto di calzini.
finalmente mi siedo, ascolto la musica forse sonnecchio, o quasi; e mi guardo intorno, slumo le donne belle.
finalmente arrivo: scendo, arrivo a casa, salgo le scale appoggio la mia roba e mi sdraio sul letto.
solo più tardi mi accorgo che manca la macchina fotografica
sulle prime mi dispiace sopratutto per tutte le foto scomparse: c'erano quelle scattate dal 29 marzo al 15 aprile: la primavera in sboccio. la passeggiata a piedi a San Luca, il giorno 3 Aprile; il viaggio a Ravenna: foto a Ravenna e nei lidi ravennati; e vicino alle zone del delta. due giorni fantastici, e tante foto bellissime (almeno per me)

martedì 20 aprile 2010

sabato 27 marzo 2010

daniela ... (digital remake)





... dipingere digitalmente è divertente!

venerdì 12 marzo 2010

venerdì 26 febbraio 2010

venerdì 19 febbraio 2010

vecchia bologna





come già in queste splendide immagini sotto la neve

Troppa Neve? (La vecchia città sotto la neve, AD 1977)

venerdì 12 febbraio 2010

lunedì 8 febbraio 2010

Neve (frammenti)

NEVE

Frammenti di sogno,

fiamme che raggelano.





NEVE

Brulichio di vita
infiniti cadenti
universi.



NEVE


Frammenti di realtà
lontane
cadono
nei nostri sogni

indifferenti.





NEVE

Armonia,

nel cadere incessante;

miriadi di piccoli mondi;

tenere, fragili esistenze di ghiaccio.

martedì 12 gennaio 2010

sabato 2 gennaio 2010

Isabella


Per te, mia Isabel (Francesca "kikka" Cantarotti) ...

Vedi anche:
Isabella (i)
Isabella (ii)

venerdì 1 gennaio 2010

once upon a time...


C'era una volta un capodanno (con arcobaleno)...